In seguito al vertice con il presidente francese Sarkozy, il premier Silvio Berlusconi ha dichiarato pubblicamente l’intenzione di far fallire il referendum sul nucleare del 12-13 giugno: questo per evitare che la volontà popolare freni i piani del governo. Infatti, come dimostrano i sondaggi, il quorum probabilmente verrebbe raggiunto nonostante la strategica data "balneare" e quindi, se si raggiungesse il 51% sul nucleare, probabilmente avrebbe successo anche il quesito sul legittimo impedimento: nessun ripensamento, dunque, ma solo una scelta di convenienza. Queste le parole del Cavaliere: “Se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire. Il governo quindi responsabilmente ha ritenuto di introdurre questa moratoria per far sì che magari dopo un anno o due si possa ritornare ad avere un’opinione pubblica consapevole della necessità di tornare all’energia nucleare”.
Molti sostengono che quello che è accaduto in Giappone non potrebbe mai ripetersi in Italia perché le nostre centrali sarebbero molto più moderne del reattore di Fukushima. Questo non è assolutamente vero: basta pensare alle due fuoriuscite di materiale radioattivo e la rottura dell’impianto di raffreddamento di emergenza di tre moderne centrali nel vicino Regno Unito negli ultimi tre mesi (incidenti abilmente insabbiati). E’ questo il bilancio che emerge da un rapporto riservato consegnato dall’ ”Office for Nuclear Regulation”, l’organo che si occupa della supervisione delle 10 centrali nel Paese, ad esponenti del governo sulla situazione degli impianti nucleari in territorio britannico da inizio 2011. Il primo episodio risale ad inizio febbraio e si è verificato nel complesso nucleare di Sellafield: dal documento si apprende che il personale della centrale ha rinvenuto una “pozza di liquido marrone” che presentava un livello di plutonio cinque volte superiore al limite. Altro caso di fuoriuscita è avvenuto nella centrale di Torness, nei pressi di Edimburgo, dove alcune riserve sotterranee di acqua sono state contaminate con tritium radioattivo fuoriuscito da due condotti.
Nell’ultimo incidente, avvenuto nella centrale nucleare di Hartlepool, costa nord-orientale inglese, il sistema di ventilazione di emergenza è andato fuori uso per alcune ore a causa di una “valvola difettosa”. Oltre ai tre incidenti dettagliatamente documentati nel rapporto, ve ne sarebbe anche un quarto, avvenuto nello stesso periodo, i cui rilevamenti sono in fase iniziale. Questi episodi sono stati, finora, abilmente insabbiati dal governo britannico perché questi potrebbero rallentare ulteriormente i piani governativi di potenziare il settore energetico nucleare.
Ma cavolo, lo vogliamo capire che sto maledetto nucleare è pericoloso?! Nei 5 anni successivi al disastro nucleare di Chernobyl, i casi di tumore al cervello sono triplicati ed oggi, rispetto al 1985, sono il doppio. (http://www.confinionline.it/ShowRassegna.aspx?Prog=7128). Spero e penso basti come esempio.